Antico Sigaro Nostrano del Brenta 1763 Doge
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Descrizione
Confezione: scatola da 3 sigari
Le origini del tabacco Nostrano del Brenta si perdono nella storia, oscillando costantemente tra mito e realtà.
Le leggende narrano che fu un monaco benedettino a portare nella Val del Brenta il seme del tabacco che aveva nascosto nell’incavo del suo bastone prima di tornare a casa dalle Americhe appena conquistate.
Verità o leggenda che sia, è storicamente assodato che il tabacco in Italia comparve per primo a Campese e nella Valle del Brenta, verso la fine del 500, proprio ad opera dei monaci che ivi avevano un monastero, e che nell’arco di pochi anni divenne l’unica coltura praticata in valle.
Nel 1703 la Serenissima vieta nel Canal del Brenta “la libera semina” del tabacco perché “dannosa alla pubblica rendita e ai partitari della nuova condotta”.
L’Austria conferma il privilegio di coltivare il tabacco nella valle.
Altrettanto farà Napoleone nel 1806 che, anzi, agevolerà i coltivatori con molte concessioni come, ad esempio, la tolleranza del 25% sul peso da consegnarsi ai magazzini. Fino al 1866 tali concessioni ed autorizzazioni vengono confermate tanto che le coltivazioni si estendono anche sulla riva sinistra del Canal del Brenta, interessando i Comuni di Cismon, Carpané, San Nazario e Solagna.
Nel 1870 la tradizionale coltura del tabacco nella valle viene progressivamente abbandonata, schiacciata dall’eccessiva pressione fiscale frattempo imposta dai Monopoli del neocostituito Stato Italiano. La popolazione emigra in massa verso terre lontane.
Quest’ultimi accadimenti perdurano ben oltre il termine della seconda guerra mondiale, e numerose sono le testimonianze ancora oggi udibili nei Comuni delle Valle.
Il Consorzio, successivamente allargato ai coltivatori delle aree di Castelfranco Veneto e Noventa Vicentina, nel corso di oltre 70 anni di storia ha perseguito e svolto questo mandato, via via implementandolo con nuove competenze ed attività, tuttavia sempre imprescindibilmente legate al tabacco e, in particolare, al Nostrano del Brenta che tanta parte ha avuto nella storia e nelle alterne fortune delle famiglie della valle.
Nel 2002 il Consorzio ha deciso di far rivivere l’antica e mai scomparsa tradizione sigaraia della Valle e, nel 2012, l’Antico Sigaro Nostrano del Brenta 1763 fa il suo esordio sul mercato. Il primo nato della famiglia è IL DOGE, un sigaro interamente fatto a mano con fascia e sottofascia.
LA SEMINA DEL TABACCO NOSTRANO DEL BRENTA
Le aziende associate che coltivano e conferiscono il tabacco che verrà utilizzato per la produzione degli “Antico Sigaro Nostrano del Brenta 1763” sono
tutte situate in Veneto
nelle Provincie di Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza: è questo il territorio tipico nel quale, nel corso dei secoli, la pianta di tabacco habanos originariamente importata – poi divenuta Nostrano del Brenta – si è adattata e sviluppata esaltando tutte le proprie qualità.
Nonostante l’area in questione sia relativamente piccola, il terreno di ogni singola provincia ha caratteristiche e qualità particolari che si riverberano direttamente sulle piante e le qualità coltivate. Il lavoro è scandito dallo scorrere delle stagioni e viene svolto ancora oggi prevalentemente a mano. Dopo il periodo invernale, nel mese di febbraio si inizia la preparazione del terreno e, ad aprile, si svolge la vangatura al fine di eliminare le erbe infestanti e migliorare la struttura del terreno. Frattempo si è operata la semina in serre speciali e coperte mediante la tecnica dell’idrocoltura (float system). Le piantine, in pratica, vengono prodotte in serre flottanti situate all’interno di tunnel di protezione che garantiscono alla coltivazione le migliori condizioni di crescita attraverso soluzioni acquose ricche di sali nutrizionali. Grazie a tale sistema l’apparato radicale si sviluppa maggiormente consentendo alla pianta, al momento del trapianto, di crescere più forte e con maggior rapidità. Quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di 15/20 centimetri vengono tolte dal vivaio e piantate nei campi. A metà della crescita avviene la cimatura, ossia, il taglio della gemma superiore per concentrare l’energia della pianta nello sviluppo delle foglie.
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