Il Club della pipa, 1966. Un altro personaggio nella nostra piccola galleria di quanti, avendo “un tesoro nella voce”,lo difendono, anche, rifuggendo dalle sigarette (ben più pericolose) e affidandosi all’amica pipa. Si tratta di Cesare Polacco. Per quanti, appena uditone il nome e vista la foto, esclamano ” Ah, si, è l’ispettore Rock dei Caroselli!” e qui si fermano, necessita una precisazione. Perché Cesare Polacco è, soprattutto, uno dei più bravi, intelligenti e preparati attori del nostro teatro. Certo, la popolarità gli è letteralmente piombata addosso solo dopo l ‘ inizio della fortunata serie di “sketches” televisivi, ma i più informati ricordano che Cesare Polacco è da oltre 40 anni una delle punte più vive del grande mondo degli spettacoli in Italia; in tutti i campi, dal cinema al teatro, dal doppiaggio alla televisione. Vogliamo schizzarne un breve ritratto? Ecco, lo vediamo esordire ne!la sua Venezia come attore goldoniano; poi, il miraggio di Roma e delle grandi compagnie teatrali lo allontanano da questa sua autentica vena e passione. Poi, il cinema; e ancora gli anni difficili durante i quali… doveva mascherarsi sotto falso nome per ottenere una scrittura. La sua voce era tanto bella, personale, incisiva, la dizione così chiara e penetrante che non tardò ad affermarsi fra i migliori nostri doppiatori. Ricordate i tanti sceriffi dei films western, i “duri” dei gialli? La voce gliela regalava lui. La più grande soddisfazione, forse, gli è venuta nel dopoguerra, quando, appunto, la donava a uno dei massimi attori di oggi, Antony Quinn.